Politici italiani: ecco come spendono i nostri soldi con i rimborsi elettorali

Ancora un altro scandaloso episodio colpisce il mondo della politica italiana, dopo lo scandalo Fiorito e dei consiglieri regionali romani e lombardi, una nuova inchiesta svela come i rappresentati delle istituzioni impiegano i soldi pubblici per farsi rimborsare praticamente qualsiasi cosa. Anche la più futile ed economica.

I politici italiani sono sempre più nel mirino dell’indignazione pubblica, con il popolo ormai ridotto sul lastrico o quasi da una parte e rappresentanti del popolo dall’altra, con i loro privilegi, i loro lauti stipendi ed i loro benefit di cui a volte sembrano approffittarne in modo esagerato, quasi spudorato nei confronti degli elettori; già perchè le ultime notizie che hanno sconvolto l’opinione pubblica riguarda le richieste di rimborso avanzate dai politici della casta che in alcuni casi sono davvero curiosi.

In teoria i rimborsi dovrebbero venire stanziati soltanto per sopperire alle spese affrontate dai nostri rappresentati politici per l’adempimento delle loro funzioni, previste per la durata dei loro mandati, tuttavia da una recente inchiesta giudiziaria emerge che i politici amino farsi rimborsare praticamente di tutto, anche le cose più futili.

Diamo un’occhiata a come i nostri politici hanno impiegato i soldi pubblici stanziati per i rimborsi che hanno coperto oggetti, beni e servizi davvero curiosi.

 

Ecco cosa si sono fatti rimborsare i nostri politici:

  • Carlo Spreafico militante nel PD si è fatto rimborsare la Nutella, o meglio una piadina alla nutella, oltre ad un mini ombrello automatico.
  • Quel goloso di Cesare Bossetti della Lega Nord, non curante del colesterolo e del pericolo diabete, ha speso ben 15 mila euro in dolci di pasticceria, ovviamente facendosi rimborsare.
  • Alessandro Alfieri del Pd del dicembre del 2010 si è fatto rimborsare una cena, dal costo di 1.600 euro che prevedeva 80 coperti.
  • Gianmarco Quadrini dell’Udc senza troppi rimorsi ha messo nella sua nota spesa dedicata ai rimborsi il conto speso alla Coop, che includeva carta igienica, acqua e patatine.
  • Francesco Prina del PD si è fatto rimborsare il costo di bollette telfoniche dedicate ad utenze private.
  • Il leghista Pierluigi Toscani ha voluto tentare la fortuna alle spese dei contribuenti, facendosi rimborsare addirittura i Gratta e vinci.
  • Nulla in confronto al collega leghista Toscani che nelle spese da rimborsare vi ha addebitato pure il costo dei lecca lecca e di gustose salsiccie di Norimberga e cartucce per il fucile da caccia dal costo di 752 euro.
  • Renzo Bossi colpevole di aver fatto scoppiare la bolla dell’infignazione per aver chiesto il rimborso per videogiochi, Red Bull e sigarette.
  • Non da meno Nicole Minetti che si è fatta rimborsare: creme per il viso, un iPhone 5, un iPad (anche se ne aveva già avuto uno in dotazione dal Consiglio regionale lombardo) e addirittura il libro Mignottocrazia.
  • Tra i consiglieri  IDV della regione Liguria spiccano i nomi di: Marylin Fusco, Nicolò Scialfa, Stefano Quaini e Maruska Piredda colpevoli di aver messo in nota spese: biancheria intima, cene, viaggi, cravatte e addirittura cibo per gatti.
  • Infine il leghista Alessandro Marelli ha pensato di farsi rimborsare: 6 computer, una webcam, una stampante. Un curioso Ovetto Kinder. Una clessidra. E dei fuochi d’artificio!

Ovviamente questi sono i nomi emersi con le ultime indagini, ma probabilmente in futuro scopriremo ulteriori curiose richieste di rimborso, avanzate dai nostri rappresentanti politici, anche se tuttavia noi speriamo che la lista di questi rimborsi pazzi finisca qui.

Speriamo infatti che scandali come questi che stanno coinvolgendo la politica ed i suoi rappresentati possano defintivamente scomparire e la malapolitica essere fermata, soprattutto visto la condizione in cui versa il popolo italiano, subissato di tasse, senza opportunità di lavoro e con uno stile di vita decisamente basso rispetto gli standard europei.

Bene dopo questa panoramica sui nostri rappresentanti politici e sulle loro scandalose note spese non ci rimane che ricordarvi che a febbraio tra poche settimane si tornerà a votare… Che Dio ci aiuti!

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